Medicina Antiaging-Menopausa-Andropausa-Terapia di Modulazione Ormonale con Ormoni Bioidentici, Sarm e Peptidi

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Nuove sostanze scudo per il cervello.


Per contrastare l'azione degli ormoni da stress, si possono usare molecole come il pregnenolone e il Dhea, due precursori degli estrogeni, che potenziano anche i meccanismi della memoria riequilibrando la produzione della proteina amiloide», aggiunge il dott Ascanio Polimeni psiconeuroendocrinologo direttore dei centri Antiaging di ROMA e di MILANO. Sono molecole che agiscono sull'acetilcolina, sostanza prodotta dalle cellule cerebrali per la regolazione della trasmissione degli impulsi nervosi in particolare di quelli inerenti la fissazione dei ricordi. Non a caso una ricerca condotta dall'Università Southern California di Los Angeles, ha dimostrato che il trattamento con estrogeni riduce di circa un terzo il rischio di ammalarsi di Alzheimer. Questi ormoni sembrano sopprimere la produzione di Apo E. Viceversa: è il brusco calo di estrogeni. subito dopo la menopausa, che tende ad aumentare rischio della malattia che, nella lascia d'età tra i 65 e gli 84 anni, colpisce il 7,2 per cento delle donne e il 5,3 degli uomini. Un analogo effetto protettivo dei neuroni si ottiene con gli antiossidanti, in particolare la vitamina E. Contrastanti, invece, sono i risultati degli studi sulla nicotina che... incoraggeranno i furnatoril Se da un lato danneggia alcune cellule, producendo un eccesso di radicali liberi, dall'altro sembra potenziare i meccanismi dell'acetilcolina che aiutano la memoria. Anche gli antinfiammatori come aspirina, indometacina, ibuprofen hanno un effetto protettivo. Dati raccolti negli Stati Uniti e in Giappone su IO mila persone che hanno preso questi farmaci per curare artriti e reumatismi segnalano una ridotta incidenza della malattia. Come mai questa proprietà? Gli antinfiammatori bloccano il glutammato, un eccitatore responsabile dei processi neurodegenerativi e importante mediatore nella formazione della proteina amiloide., precisa il professor Pier Franco Spano, farmacologo all'Università di Brescia. Non a caso un'ipotesi di lavoro nella ricerca di nuove medicine per Alzheimer è proprio rivolta a queste sostanze.
11 Dicembre 2004