Endocrino-Immunologia

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Fai le ferie dove vuoi ma attento a non spezzarle oggi [agosto 1996]


Avr? scelto il posto giusto per le vacanze??. Una domanda che ci rivolgiamo spesso, perch? a volte si torna a casa pi? stanchi e pi? stressati di prima. Sfortuna o colpa di una scelta sbagliata? Ecco cosa dicono i nostri esperti.

Il mare ?Non ? vero che il mare rende nervosi?, afferma il professor Roberto Gualtierotti, direttore della scuola postuniversitaria di Medicina e idroclimatologia di Milano. ?Io lo consiglio a tutti, o quasi: agli anziani che hanno problemi alle ossa e che traggono giovamento dai bagni di sole e dalle sabbiature. Ai bambini che devono irrobustire lo scheletro, agli adolescenti che hanno problemi di pelle. Le uniche persone a cui lo vieto sono quelle che soffrono di ipertiroidismo grave, perch? l'acqua, l'aria e persino il pesce di mare sono pieni di iodio, il minerale che stimola l'attivit? della tiroide, quella piccola ghiandola che ? il motore del nostro metabolismo. Viceversa, una vacanza in riva al mare si rivela utilissima per tutte quelle donne (e sono pi? del 50 per cento) che presentano una leggera forma di ipotiroidismo. Quelle, per intenderci, che tutto l'anno lamentano gonfiori e ritenzione idrica, e faticano sette camicie per perdere un chilo?.

Fa bene anche a chi soffre d'insonnia? ?Non ? il mare che eccita quanto l'elettricit? dei venti marini. Il vento non fa mai bene. Carico di elettricit? positiva, ha un'azione destabilizzante sul sistema nervoso. Nei soggetti pi? sensibili provoca capogiri, insonnia, nervosismo, difficolt? di digestione. Ma questo non significa che bisogna rinunciare al mare. Il problema semmai, per le persone pi? nervose, ? scegliere una spiaggia riparata, a ridosso di una pineta, alternare la sdraio alle passeggiate nel verde e godere delle ore fresche del mattino, quando il vento non si ? ancora alzato. Ma soprattutto, bisogna prendere il mare a piccole dosi: niente sole non stop e gite in barca da mane a sera. Anche chi ama la tintarella dovrebbe prendere, l'abitudine di "spezzare" la vita in spiaggia con qualche sonnellino tra quattro mura?.

La montagna Un altro mito da sfatare: che la montagna sia vietata a tutti quelli che hanno la pressione alta. '
e luoghi di riabilitazione post infarto a quota duemila, dove l'aria secca favorisce i processi di cicatrizzazione e accorcia i tempi di convalescenza.

?L'importante ? scegliere la montagna "giusta", che ha questi requisiti: altezza non superiore ai 2000 metri, specie se si ? avanti con gli anni; zona riparata e poco ventosa, boschi e spazi aperti, perch? camminare ? la migliore attivit? aerobica che esista: brucia ossigeno, fa lavorare in modo armonico l'apparato locomotore e distende?,

Controindicazioni? ?A
causa della minor quantit? di ossigeno nell'aria, la montagna ? sconsigliata a chi soffre di insufficienza respiratoria grave (tipo bronchite cronica con enfisema). Per chi ha solo bronchi e polmoni un po' "inquinati" l'aria rarefatta si rivela invece un toccasana. Per compensare la carenza di ossigeno, infatti, ognuno di noi tendea respirare pi? profondamente. Una vera e propria "ginnastica respiratoria" che aumenta la capacit? polmonare?.

Ma non ? solo questione di quantit? d'aria. Anche la qualit? dell'ossigeno ? migliore, perch? in montagna l'atmosfera presenta una carica elettrica negativa, biologicamente attiva, che d? una sensazione di benessere. Quando prevalgono le cariche positive, invece, l'organismo comincia a manifestare segni di disagio come mali di testa, stanchezza immotivata, difficolt? di concentrazione, bruciore agli occhi, secchezza delle mucose.

Altro vantaggio del clima ?over 1000?: l'aria secca, asciutta, con un grado di umidit? ottimale del 20 30 per cento. Infine, camminare sotto un tetto di pini significa sottoporsi a benefiche esalazioni balsamiche che liberano i bronchi. L'aria frizzante ? inoltre ideale per tutte le persone anziane che soffrono di problemi cardiocircolatori e che, con il caldo africano, vedono accentuarsi i loro disturbi. Infine, l'aria di montagna

ha il grande vantaggio della purezza. Pi? ancora di quella di mare, ? priva di germi, polveri, ozono, biossido di azoto e altri particelle inquinanti. Non pi? bersagliato dai continui attacchi di questi ne?
mici, il sistema immunitario si rinvigorisce.

Lago e campagna
Si ? sempre detto che il lago deprime. E vero? ?Dal punto di vista climatologico il lago non ha controindicazioni?, sostiene GuaItierotti. ?? vero che, se il mare ha un effetto stimolante, il lago esercita una spiccata azione sedativa. L'aria mite, senza brusche variazioni di temperatura, e il verde, ne fanno l'ambiente ideale per chi soffre di insonnia, ipertensione, malattie renali e cardiovascolari o per chi sta attraversando il periodo della menopausa, con palpitazioni, sbalzi di pressione e vampate di calore improvvise.
Sconsiglio invece le foci fluviali e le, zone lagunari, perch? il loro ambiente caldo umido ? dannoso?.

Sotto il profilo chimico fisico, dunque, il lago ? ineccepibile. Perch? allora si dice che ?fa tristezza?? ?Perch? il lago, soprattutto quando ? circondato da montagne, ? un mare chiuso, dove lo sguardo non pu? spaziare risponde la psicologa Anna Migliozzi
?Qui tutto sembra svolaersi al rallentatore, si ha fa sensazione di vivere in un luogo d? cura e di convalescenza. E dunque adatto ai superstressati che hanno bisogno di rallentare un po', ma non ai depressi alla ricerca di una scossa di vitalit??. E che dire della campagna, oggi tornata di moda? '
La citt? per convinzione o necessit?, ? in continuo aumento il numero di persone che passa l'agosto in citt?. Ma quali sono i pro e i contro per la salute? ?Occorre distinguere tra chi vive nelle grandi citt? inquinate e chi in provincia?, puntualizza Gualtierotti. ?Per i primi, non fare le valigie significa non prendere mai una boccata d'aria pura. Chi invece abita in cittadine pi? "pulite" non ha bisogno di evadere?.

In alcuni casi, anzi, restare a casa pu? essere addirittura un beneficio. Spiega il dottor Ascanio Polimeni, specialista in neuroendocrinologia: ?I bruschi cambiamenti di clima e di abitudini possono mandare in 'tilt' il nostro orologio biologico, quello che regola il sonno e la veglia. Non a caso le persone pi? deboli nei primi giorni di ferie manifestano una crisi di adattamento, con disturbi del sonno, stipsi ostinata, difficolt? di digestione. Se poi il cambio di localit? comporta bruschi aumenti o diminuzioni della temperatura, c'? il rischio di esporre l'organismo a uno shock termico, spianando la strada a incidenti cardiovascolari?. In somma, se non si ? pi? giovanotti, e se le vacanze portano troppa agitazione, meglio stare a casa. O, se si parte, meglio cercare di mantenere ritmi e abitudini, resistere alla tentazione di compiere sforzi, non mangiate in modo disordinato. Aspettare che l'orologio biologico abbia il tempo di adattarsi, senza metter mano all'armadietto dei medicinali. Uno stacco troppo brusco pu? essere traumatico. E non solo per gli anziani. ?Oggi si usano le vacanze a scaglioni, frazionate in tante settimane lampo?, polemizza il dottor Polimeni. ?Ma non ? una bella idea. Perch? l'organismo ha appena il tempo di adattarsi che gi? deve ripartire. Un vero stress che mina le nostre difese. E poi si finisce col dire: "Avrei bisogno di una bella settimana di ferie per riprendermi dalle...ferie"?.
17 Novembre 2004