Clicca qui per visualizzare un articolo in lingua inglese sulla sinfonia ormonale femminile e sulla Terapia Ormonale Sostitutiva Gli ESTROGENI: GLI ORMONI DEL BENESSERE.
Si tratta di ormoni classicamente ritenuti femminili che determinano lo sviluppo dell'apparato genitale della donna, sono secreti dall'ovaio, dal surrene, dalla placenta durante la gravidanza, dal tessuto adiposo ed in piccoli quantitativi, anche dal testicolo.
Regolano il ciclo mestruale, la gravidanza, la fertilità, i caratteri sessuali. Le donne producono tre tipi di estrogeni, in base all’età, allo stile di vita, alla dieta, alla percentuale di grasso, all’assetto genetico, alla gravidanza etc: estradiolo, estrone ed estriolo.
Non scherzate con gli estrogeni: estrogeni buoni ed estrogeni cattivi.
Estrogeni cattivi: estrogeni di sintesi e quelli di derivazione equina.
Gran parte degli studi effettuati negli ultimi decenni sul ruolo svolto dalla terapia sostitutiva a base di estrogeni nei confronti della salute dell’apparato cardiovascolare e del cervello, sul preservare l’integrita’ delle ossa, nonche’nell’influenzare la probabilita’di rischio di cancro al seno, sono stati condotti usando estrogeni di sintesi. In particolare e’ stato somministrato il Premarin oppure estrogeni di sintesi chimica nella via di somministrazione orale. Premarin è il nome commerciale di una combinazione di estrogeni ottenuti dall’urina di cavalle gravide (equiestrogeni associati ad estrone e ad estradiolo).Molti di questi estrogeni di origine equina (equilina, equilenina) hanno strutture chimiche diverse rispetto a quelle degli estrogeni normalmente presenti nell’organismo umano (estriolo, estrone ed estradiolo).Queste cure, associate solitamente a progestinici di sintesi, pur apportando diversi benefici (ridotta incidenza di fratture ossee e di cancro al colon), nel lungo termine hanno causato pesanti effetti collaterali,quali problemi cardiovascolari e cancro al seno, come osservato nel recentissimo studio condotto dal WHI (WOMAN HEALTH INITIATIVE) e pubblicato sulla rivista JAMA nel 2002.In particolare sarebbe il progestinico,piuttosto che l’estrogeno di sintesi,ad influire negativamente sulla salute dei due apparati. Per tale motivo negli ultimi anni, queste cure sono state decisamente accantonate a favore dell’utilizzo di cure con ormoni piu’consoni alla natura umana come gli ormoni bioidentici estradiolo, estriolo e progesterone naturale ed i fitoestrogeni.E’l’associazione estradiolo per via transcutanea e progesterone micronizzato,in particolare,ad essere la piu’ studiata con ottimi risultati in quanto ad efficacia e sicurezza (Sumino 2005-Scarabin2003-BMJ 2005-ESTHER STUDY 2006-Clavet 2006).
ESTRADIOLO: buono ma…..non troppo.
L’estradiolo è la forma prevalente di estrogeno dalla puberta’ all’epoca menopausale; è responsabile delle molteplici funzioni che gli estrogeni esercitano a livello di tutte le cellule. E’ anche ritenuto l’estrogeno piu’potente prodotto dal corpo umano, sia per gli effetti positivi che per quelli negativi. Con l’avvento della premenopausa, intorno ai 40 anni, le ovaie iniziano ad atrofizzarsi e la produzione dell’estradiolo tende a scemare in modo progressivo, brusco o con andamento oscillante, in relazione a fattori individuali, come lo stato nutrizionale, la predisposizione genetica, lo stress e l’indice di massa corporea. Molti dei classici sintomi sperimentati dalle donne in questa fase sono da attribuirsi alla caduta dell’estradiolo: vampate di calore, sbalzi d’umore, stanchezza costante, depressione, disturbi del sonno con vampate e sudorazioni, cali di memoria e del desiderio sessuale, pelle pallida, sottile e secca, secchezza vaginale e delle congiuntive, comparsa di rughe sottili attorno agli occhi e sul labbro superiore,capelli sottili e cadenti, disturbi delle vie urinarie,cedimento del seno,artralgie,flusso scarso, assente ed irregolare,cefalea e crampi durante il flusso.La ridotta produzione dell’ormone favorisce altresì l’osteoporosi, l’accumulo di grassi nel sangue, l’ipertensione arteriosa, l’arterosclerosi, le patologie cardiovascolari, l’iperinsulinismo, da cui consegue un aumento del grasso addominale e successivamente diabete (Gerhard 1998,Dubey 2000,Chen 2001Christian2002).Il calo degli estrogeni è generalmente preceduto da quello del progesterone, mentre gli androgeni possono essere normali, ridotti o aumentati. La riduzione dei livelli di estradiolo si associa ad una progressiva crescita dei livelli degli ormoni ipofisari FSH ed LH. Verso i 50 anni, si osserva un appiattimento di tutti gli ormoni sessuali fino alla scomparsa definitiva del ciclo che apre le porte alla menopausa, con aggravamento della sintomatologia. L’estradiolo è definito un ormone prettamente buono, visti gli effetti benefici su tutti gli organi ed apparati. Ma come avviene anche nel caso di altri ormoni, se presente in eccesso e non opportunamente bilanciato dal progesterone, può provocare effetti collaterali e fenomeni degenerativi a livello del seno e dell’utero.Questa situazione si manifesta di frequente in alcune donne, specie se obese, sotto stress o che hanno assunto progestinici, nel periodo della premenopausa, in cui si osservano normali o alti livelli di estrogeni e ridotta produzione di progesterone, oppure quando l’estradiolo viene usato nella terapia sostitutiva in dosi farmacologiche ed in modo improprio (non associato al progesterone).I primi segnali dell’eccesso di estrogeni, che si identificano in pratica con quelli sostenuti dalla carenza di progesterone e che si accentuano in fase premestruale, sono rappresentati da: nervosismo, sbalzi d’umore, insonnia, cefalea o emicrania, gonfiore e tensione al seno, ritenzione idrica, cellulite, gonfiore, tensione addominale, aumento del grasso addominale, sovrappeso, insufficienza venosa, mestruazioni abbondanti e successivamente iperplasia dell’endometrio con emorragie uterine, fibromi uterini, cisti al seno ed alle ovaie. Se usato nella forma bioidentica transcutanea, in dosi fisiologiche, monitorandone i livelli ed in combinazione con il progesterone naturale, l’ormone diventa piu’ sicuro e maneggevole. E’preferibile evitare la somministrazione orale in quanto con questo tipo di assunzione,l’ormone viene metabolizzato dal fegato e pertanto si potrebbero manifestare ripercussioni negative sul profilo lipidico, sulla pressione arteriosa,sui fattori di coagulazione del sangue, sugli enzimi epatici e sarebbe altresi’favorita la formazione di calcoli alla cistifellea.L’estadiolo per via transutanea,stimola l’attivita’ della melatonina, dell’insulina e dell’ormone della crescita, mentre contrasta,in parte,l’azione del progesterone e del testosterone.Per questo motivo, nel corso della terapia di modulazione con estradiolo, e’di importanza fondamentale la valutazione del rapporto dei livelli plasmatici dell’ormone con quelli del progesterone e del testosterone.Utile si rivela altresì lo studio dei suoi rapporti con quelli degli altri estrogeni, poiché l’avvento della menopausa è caratterizzato dalla preminenza di un altro estrogeno definito prevalentemente “cattivo”: l’estrone.
L’estrone, il cattivo.
Conseguentemente alla diminuzione della produzione endogena di estradiolo, le ovaie vengono in parte vicariate dai surreni che producono androstenedione dal dhea, convertito quest’ultimo, specie a livello del tessuto adiposo, in un’altro estrogeno, l’estrone.Questo estrogeno è secreto in minore quantità in epoca fertile da parte di ovaie, tessuto adiposo, fegato e surreni; viene utilizzato dalle ovaie come ormone di riserva per produrre l’estradiolo. Nella postmenopausa rappresenta l’estrogeno principale (puo’arrivare fino all’80%), in quanto le ovaie,ormai atrofiche, non possono trasformarlo in estradiolo.Esistono diversi tipi di estrone: il 2-idrossiestrone prodotto dal fegato, possiede effetti protettivi sul rischio di incidenza del tumore al seno, il 4 ed 16- idrossiestrone prodotti specie dalle cellule adipose, si ritiene siano pericolosissimi per la salute del seno e dell’utero, potendo causare danni al dna,favorire il cancro ed attivare pericolosi processi infiammatori e tromboembolici. Più si è grasse, piu’ si produce l’estrone “cattivo” e conseguentemente aumenta il rischio di sviluppare cancro al seno e all’utero.Oggi sappiamo che, le donne che producono prevalentemente il primo tipo di estrone, hanno un 40% in meno di possibilità di contrarre la patologia tumorale.Un rapporto ottimale tra l’estrone buono e quello cattivo (16-idrossiestrone) deve essere al di sopra di 2.Per questo motivo, è di fondamentale importanza studiare il metabolismo degli estrogeni nella donna in menopausa, al fine di valutare l’eventuale rischio tumorale e il tipo di terapia sostitutiva piu’ appropriata da effettuare.Oggi grazie ad alcune sostanze vegetali presenti nei cavoli e broccoli (DIM e I-3-C), e’ possibile modulare il metabolismo degli estrogeni indirizzandolo verso la produzione prevalente dei metaboliti ‘’buoni’’o protettivi, rendendo cosi’la terapia ancora piu’sicura (Pisha2001,Cavolini2002).
L’estriolo: il brutto alla riscossa.
E’ questa la frazione più controversa della triade estrogenica. E’ prodotto in piccoli quantitativi dalle ovaie nel periodo fertile ed in grandi quantità dalla placenta durante la gravidanza.
E’ stato per molto tempo considerato come il brutto anatroccolo della situazione poiche’ e’ un estrogeno molto piu’ debole degli altri e praticamente inutile all’organismo. Infatti l’estriolo e’ circa 80 volte meno potente dell’estradiolo e sette volte meno potente dell’estrone.
Oggi il brutto anatroccolo potrebbe trasformarsi in un cigno, analizziamone i motivi:
- bassi livelli di estriolo predispongono al cancro al seno,alti riducono il rischio.Infatti,le gravidanze multiple portate a termine, hanno un effetto protettivo sul seno grazie agli alti livelli di estriolo e di progesterone.Le donne vegetariane ed asiatiche che presentano minor rischio di cancro al seno,presentano alti livelli plasmatici di estriolo.
-l’ormone svolge un’azione adattogena:esercita blandi effetti estrogeneci in assenza degli altri estrogeni; in presenza di alti livelli di questi (estradiolo,estrone,estrogeni chimici), legandosi debolmente ai recettori per gli estrogeni,ne impedisce il legame antagonizzandone gli effetti di stimolazione.
(Lemon 1975,Launitzen1971,Follingstad1978).
-se assunto nella forma transcutanea, la sua conversione in estrogeni pericolosi è pressoche’ nulla; non presenta fenomeni di accumulo e viene rapidamente metabolizzato dall’organismo.
- l’estriolo non stimola la crescita dell’endometrio e quindi non espone al rischio di cancro all’utero (Utian 1980).
- blocca l’nfkb, il fattore di trascrizione coinvolto nell’infiammazione nonche’ nell’attivazione e nella progressione del cancro al seno (Okada2000).
- ottimizza la flora batterica e la lubrificazione della mucosa vaginale e delle vie urinarie prevenendo la secchezza vaginale, l’incontinenza urinaria, le infezioni vaginali ed urinarie (Raz1993,Yoshimura 2001).
- svolge effetti antiossidanti e neuroprotettivi, ottimizza il profilo lipidico, l’elasticità delle arterie e la fluidita’del sangue (Itoi 2000,Endo2000,Kajita2001,Kano2002).
- rallenta l’evoluzione delle patologie autoimmuni a caratere demienilizzante (Neurology1999,Ann.Neu.2002).
- migliora il trofismo osseo,ma in modo piu’debole rispetto all’estradiolo (Raz 1993, Ettinger 2004), come d’altra parte sono piu’ blandi gli effetti protetivi su cervello ed apparato cardiovascolare.
- agevola la sensibilita’ delle cellule alla leptina ed all’insulina; contrasta il fenomeno della leptino ed insulinoresistenza che da il la’ all’aumento di peso tipico della menopausa e che favorisce la produzione di citochine infiammatorie (Fernandez 2001, Strollo 2000, Martini 2001 Puca 2002, Sites 2002).
Considerati gli effetti benefici e protettivi dell’ormone, lo utilizziamo solitamente in formulazioni personalizzate per via transcutanea in associazione a dosi fisiologiche di estradiolo, progesterone e/o pregnenolone, dhea e/o testosterone.
PROGESTERONE: L’ORMONE DELLA SERENITA’.
E’ il grande antagonista e modulatore degli estrogeni, con cui si armonizza e regola tutte le funzioni cellulari. Prodotto in piccoli quantitativi dalle ghiandole surrenali, viene sintetizzato in grandi quantità dal corpo luteo nella fase luteinica(premestruale) del ciclo mestruale e dalla placenta nella fase gravidica.
L’ormone possiede shematicamente le seguenti azioni:
-azione calmante, antistress, favorisce il sonno ,il rilassamento muscolare. Possiede altresi’ azioni antidolorifiche ed anticonvulsivanti. Molte di queste sue funzioni sono espressione dei suoi effetti agonisti sui recettori del gaba.Precursore di neurosteroidi con effetto neuroprotettivo e neuroplastico. Rigenera le guaine mieliniche e molte strutture nervose.
- riduce la pressione arteriosa ed il battito cardiaco, rallenta l’aggregazione delle piastrine, migliora il profilo lipidico.
- in dosi fisiologiche ottimizza la glicemia e la funzione insulinica, se in eccesso rispetto agli estrogeni puo’ invece favorire resistenza insulica , diabete ed accumulo di grassi nel sangue.
-se e’carente rispetto agli estrogeni viene favorito l’accumulo di grasso specie su cosce, seno ed addome.
- dosi fisiologiche dell’ormone svolgono un effetto diuretico in quanto antagonizzano i recettori dell’aldosterone; una sua carenza rispetto agli estrogeni favorisce gonfiore e ritenzione idrica specie nelle gambe,piedi,mani,al volto,seno e all’addome.
-migliora il microcircolo, la temperatura, il tono e l’elasticita della pelle, agevola la crescita dei capelli.
-dona ritmo e regolarita’al ciclo,favorisce lo sfaldamento dell’endometrio e quindi la mestruazione. Previene il cancro uterino.Riduce i crampi premestruali, previene sanguinamenti intermestruali,i fibromi e le emorragie mestruali.
-antagonizza l’azione negativa dell’estradiolo e dell’estrone e degli xenoestrogeni sulla cellularità della ghiandola mammaria, prevenendo la formazione di cisti, adenomi e di cancro al seno.
Gia’ in passato,sono stati posti in evidenza i benefici effetti del progesterone naturale.
In occasione del convegno scientifico organizzato nel 1996 dall’American Heart Association, il dott. Giuseppe Rosano, dell’Istituto Scientifico di Milano, ha presentato i risultati delle sue ricerche sul progesterone naturale (JAMA, 1997).Un gruppo di diciotto donne affette da disturbi delle arterie coronariche fu trattato con progesterone naturale, mentre a un altro gruppo fu somministrato del progesterone di origine sintetica (medrossiprogesterone). Entrambi i gruppi seguivano già una terapia sostitutiva degli estrogeni. Il progesterone veniva somministrato dieci volte al mese mediante l’applicazione di crema intravaginale.
Le donne trattate con progesterone naturale reagirono meglio. Gli elettrocardiogrammi sotto sforzo rivelarono che in queste pazienti l’apporto di ossigeno al muscolo cardiaco era migliore (rispetto a quelle trattate con medrossiprogesterone). Infatti, molte delle donne che avevano assunto medrossiprogesterone ottennero dei risultati scarsi nel corso di questo esame sotto sforzo.
Di recente un’importante ricerca francese (E3N- FRENCH COHORT STUDY 2004) effettuata su un vasto numero di pazienti e replicata in altri paesi europei, ha messo in luce quello che da anni sosteniamo in sinergia con la scuola di pensiero statunitense di cui e’stato pioniere il ginecologo statunitense John Lee: “il progesterone naturale nella forma micronizzata, svolge un ruolo protettivo sul seno antagonizzando gli effetti negativi degli estrogeni sulla proliferazione delle cellule del tessuto mammario’’.
Il progesterone naturale modula altri effetti negativi degli estrogeni come ritenzione idrica, tensione nervosa e gonfiore al seno, specie premestruali, flusso doloroso ed abbondante, riducendo altresi’i livelli plasmatici dell’estradiolo. L’ormone d’altra parte potenzia gli effetti benefici dell’estradiolo su cervello, ossa, pelle, capelli ed apparato cardiovascolare.
Come accade per quest’ultimo, stimola l’attivita’ di melatonina e dell’ormone della crescita, mentre contrasta alcune azioni negative del testosterone (ad esempio sulla caduta dei capelli).
L’ormone interagisce positivamente con estrogeni, dhea e testosterone nel rallentare la perdita di massa ossea, tipica dell’epoca menopausale,nonche’nell’ottimizzare le funzioni cardiovascolari e neurologiche (Jama 2002). Naturalmente, il progesterone naturale andra’sempre usato (tranne nella sindrome da iperestrogenismo) in associazione agli estrogeni, in quanto un suo eccesso rispetto agli estrogeni, potra’favorire i seguenti disturbi: aumento di peso, iperinsulinismo, dislipidemia, diabete, calo del desiderio sessuale, depressione, stanchezza e sonnolenza.Attualmente il progesterone naturale nella forma micronizzata o in crema e’ molto prescritto anche dai ginecologi tradizionali in precedenza affezionati all’uso dei progestinici. Alla luce di questi ultimi studi,siamo convinti che i prodotti a base di progesterone naturale si diffonderanno sempre più, almeno fino a quando non scopriremo che il pregnenolone è in grado di sostituirli. Siccome il pregnenolone, può essere facilmente trasformato in progesterone, si può tranquillamente ipotizzare che in alcuni soggetti definibili ‘’ottimali convertitori’’, l’ormone possa essere utilizzato per sostituire il progesterone.
Progestinici? no grazie.
Gli effetti sopradescritti si riferiscono al progesterone naturalmente prodotto dal corpo umano o assunto nella terapia di modulazione come progesterone naturale o bioidentico. Quest’ultimo riproduce gli effetti del progesterone umano senza bloccarne la produzione, l’ormone si lega debolmente ad i recettori del progesterone, non provoca fenomeni di accumulo e viene rapidamente metabolizzato.Il progesterone presente nelle pillole anticoncezionali ed in molti preparati per la terapia sostitutiva tradizionale, e’ un tipo di progesterone manipolato chimicamente, che mima gli effetti del progesterone esplicandoli con piu’ forza, ma che presenta anche effetti androgenizzanti.Queste molecole si legano fortemente ai recettori del progesterone, bloccandone la produzione endogena, si accumulano facilmente dando fenomeni di tossicità non indifferenti, con effetti assolutamente contrari a quelli del progesterone naturale, come:acne,caduta di capelli, ipertensione, sbalzi di umore,cefalea,stanchezza, ritenzione idrica,tensione al seno, aumento del senso di fame,sovrappeso, anomalie del profilo lipidico, della glicemia e della coagulazione del sangue,iperinsulinismo e soprattutto aumentato rischio di cancro al seno.
Clicca qui per visualizzare un articolo di approfondimento sugli ormoni bioidentici e sulla TOS (TERAPIA SOSTITUTIVA della MENOPAUSA),pubblicato su DOCTOR allegato del CORRIERE MEDICO. Progesterone: anche per l’uomo? Ebbene si anche agli uomini un po’di progesterone non guasta:
-aiuta a controllare gli estrogeni quindi a prevenire l’insorgenza di malattie cardiovascolari, l’ingrossamento ed il cancro alla prostata,l’accumulo di grasso su addome e su tessuto mammario,il deficit erettile.
-previene l’osteoporosi e migliora la motilita’ degli spermatozoi.
-blocca la conversione del testosterone in deidrotestosterone, prevenendo la caduta dei capelli e l’ingrossamento della prostata.
Estrogeni e progesterone, da soli o in un mix di ormoni? Il ruolo del Dhea e del Pregnenolone.
“Sono in cura con una terapia a base di estrogeni e progesterone, posso integrare il trattamento con DHEA e pregnenolone?” Questa è una domanda che spesso ci sentiamo rivolgere.
Poiché il DHEA viene parzialmente trasformato in ormoni femminili (oltreche’ in testosterone) ed il pregnenolone in dhea ed in progesterone, è probabile che le donne debbano ridurre la dose di estrogeni ed eventualmente di progesterone. È difficile prevedere con esattezza l’entità di questa riduzione. L’integrazione a base di DHEA e di pregnenolone potrebbe eliminare completamente il bisogno di assumere estrogeni? Questa ipotesi è improbabile. È bene che le donne in postmenopausa assumano una certa quantità di estrogeni. Un breve articolo pubblicato più di quarant’anni fa affermava che il pregnenolone da solo si era dimostrato privo di effetti estrogenici significativi (Henderson, 1959). Allo stato attuale si ritiene che l’assunzione di dhea e di pregnenolone,pur apportando un certo quantitativo di estrogeni, di testosterone e di progesterone, vada associata a dosi ridotte degli stessi con il fine di ripristinarne i livelli ottimali giovanili. Questo in quanto , trattandosi di soggetti ultraquarantenni, la conversione dei due ormoni precursori in quelli periferici se si realizza, avviene solo in modo parziale.
In particolare puo’ osservarsi la trasformazione in dhea ed in progesterone e molto meno in cortisolo, estrogeni e testosterone che sono posti piu’ a valle della cascata steroidea.
Come dimostrato in diversi studi ( la maggior parte dei quali effettuati con il dhea), i due precursori ormonali apporterebbero ulteriori benefici alla terapia con estrogeni e progesterone, specie sull’ottimizzazione del tono dell’umore, della memoria, dei livelli energetici e del desiderio sessuale(Wolkovitz 1997 ,Basson 2006,Naert 2007,Davis SR 2007-2008).Sono stati altresi’osservati benefici sull’elasticita’ cutanea, sul rapporto tra massa grassa e massa magra, sul trofismo osseo, sul metabolismo dei grassi , sulla sensibilita’all’insulina, sulla salute dell’apparato cardiovascolare e di quello immunitario. (Diamond 1996 - Villareal 2000 - Sambrock 1988 - Bell 2006 – Kahl 2006 – Ferrari 2004 – Bruin 2002 - Verkes 2003 - Callies 1999 - Khorram 1997- Stomati- 1999 - 2000 - Bernardi-Genazzani 2003- 2005-Simoncini 2003-Kinazawa 2008-Hashimoto2008-Bednarek 2008-Florez 2008)
TESTOSTERONE: l’ormone del vigore.Molti pensano al testosterone come all’ormone dei bodybuilders e degli aspiranti Casanova, ma non è proprio così. Ormone fondamentale per l'organismo maschile e per lo sviuluppo dei caratteristici caratteri sessuali: la crescita di barba e peli, lo sviluppo del pene ed il profondo tono della voce. E’altresi’il grande ottimizzatore del tono dell’umore, dell’energia,della memoria,del desiderio e della potenza sessuale.E’necessario per la salute del sistema immunitario(contrasta i processi infiammatori), dell’apparato cardiovascolare e del sistema nervoso,agevola la sensibilita’ delle cellule all’insulina,favorisce il metabolismo dei grassi,regola il trofismo osseo,muscolare e cutaneo.La ricerca oggi tende a confermare che anche l'uomo,con il trascorrere degli anni, si trova a combattere con una sintomatologia simile alla menopausa; mentre con la menopausa diminuisce l'attività secretoria endocrina dell'ovaio, con l'andropausa si ha una diminuzione della produzione di testosterone.Questo quadro clinico ha solitamente un esordio meno violento di quello menopausale ma nel lungo termine con conseguenze altrettanto negative.Nella nostra pratica clinica,molti uomini che hanno superato i 40-45 anni cominciano a presentare i primi sintomi di una ridotta produzione dell’ormone:stanchezza e depressione permanenti,sbalzi d’umore,irritabilita’,insicurezza,calo del desiderio e della potenza sessuale, perdita’ di forza e di massa muscolare,dolori muscolari ed articolari, memoria meno brillante,vampate di calore notturne,sudorazioni,insonnia,aumento del grasso in sede addominale e mammario,secchezza e pallore cutaneo con comparsa di rughe sottili specie attorno agli occhi e sul labbro superiore, secchezza, grigiore e perdita di capelli,regressione dei peli corporei,ipotrofia di pene e testicoli,osteoporosi,vene varicose,anemia.Questi sono soltanto alcuni dei sintomi della Padam (Partial Androgen Deficiency of Ageing Male),meglio conosciuta come andropausa.Le conseguenze più pericolose causate dall'andropausa sono i rischi cardiovascolari: infatti quando decresce la produzione di testosterone diminuiscono i livelli di colesterolo HDL (quello cosidetto “buono”), aumenta la produzione di LDL (quello cosidetto “cattivo”), si osserva un indebolimento del muscolo cardiaco ed un rialzo della pressione arteriosa,un aumento dei livelli di insulina, delle citochine infiammatorie, di omocisteina e quindi la comparsa di arterioslerosi,obesita’,sindrome metabolica e di diabete(Turhan 2007-Malkin 2005,Wang 2000,Jain 2000,Perry 2002).Scompenso cardiaco,arteriopatia coronarica e morte per cause cardiovascolari sono profondamente legate ad una carenza dell’ormone (Svartberg 2006,Kupelian 2006).Secondo un recente studio(Rancho Bernardo Study-2007),bassi livelli di testosterone aumentano il rischio di mortalita’dovuta a molteplici cause.Il 20 per cento degli uomini dopo i sessant'anni presenta valori ridotti di questo ormone e un alterato funzionamento degli apparati ed organi influenzati dall’azione del testosterone.L’ormone è prodotto dai testicoli seguendo un ritmo circadiano, con un picco in prima mattinata verso le 2-3 di notte, per poi scemare progressivamente; e’ presente nel sangue sottoforma di due frazioni: la prima e’ inattiva in quanto legata a proteine presenti nel plasma (albumina e SHBG) e prevale nettamente (98-99%); la seconda minuscola frazione(1-2%) che non si lega a nessuna proteina, è attiva (e’ in grado di penetrare nelle cellule) e prende il nome di «testosterone libero».Dai 45 ai 50 anni il livello medio di testosterone tende a ridursi per motivi fisiologici, l’ipotalamo, area nervosa che produce il GnRH (ormone stimolante la liberazione delle gonadotropine, fondamentale per il funzionamento ottimale della gonade maschile e responsabile della cascata di secrezione ormonale adibita alla produzione di testosterone), tende ad indebolirsi. Conseguente alla diminuzione della produzione di GnRH, è il rallentamento secretivo degli ormoni della cascata come l’LH e l’FSH ipofisari e quindi anche del testosterone. Con l'avanzare dell'età, anche il numero delle cellule adibite alla produzione di testosterone tende a diminuire, quindi si ottiene una minore possibilità di produrre testosterone nei testicoli.La quantità di testosterone libero o biologicamente attivo viene ostacolata da un incremento dei livelli plasmatici di SHBG o globulina legante gli ormoni sessuali: proteina che lega il testosterone circolante e aumenta con l'avanzare dell'età, nei forti bevitori di alcol, in soggetti con patologie legate al funzionamento della tiroide e per azione dell’aumentata presenza di estrogeni.Infatti, con il trascorrere del tempo e specie dopo i 50 anni, si osserva un aumento della conversione del testosterone in estrogeni, causato da eccessiva attività di alcuni enzimi detti aromatasi che sono particolarmente attivi nelle cellule adipose del grasso addominale; ciò aggrava la carenza di testosterone libero, quello biologicamente attivo.L’attivita’ di questi enzimi viene favorita dal consumo eccessivo di caffeina ed alcol.L’accumulo di estrogeni viene favorito altresi’ dall’obesità (le cellule adipose producono estrogeni) e dall’esposizione all’ambiente, ricco di inquinanti composti da estrogeni tossici: gli xenoestrogeni.L’eccesso di estrogeni e bassi livelli di testosterone libero favorisconoil deficit dell’erezione, l’incidenza di accidenti cardiovascolari,l’ingrossamento del seno, la ritenzione idrica,l’aumento del grasso addominale, l’infiammazione, l’ingrossamentoe il cancro della prostata. In una sorta di circolo vizioso,bassi livelli di testosterone libero e di ormone della crescita agevolanola produzione della SHBG, aggravando ulteriormente la carenzadell’ormone. Questo squilibrio ormonale è altresì complicato dallo sbilanciamento del rapporto tra il testosterone ed un suo bioprodotto detto deidrotestosterone,quest’ultimo promotore della caratteristica caduta dei capelli legata all’eta’ ed in misura minore e controversa,dell’ingrossamento della prostata.Per questo motivo, il ripristino dei livelli giovanili di testosterone e l’ottimizzazione del suo rapporto con gli altri ormoni che tendono a sbilanciarsi con l’età, realizzato mediante la somministrazione di dosi fisiologiche dell’ormone bioidentico, rappresentano un’importante strategia per agevolare un «invecchiamento salutare».Al fine di evitare l’eccessiva produzione, a partire dal testosterone, di estradiolo e di deidrotestosterone, è necessario associare sostanze naturali o farmaci che bloccano l’attività degli enzimi responsabili di questa trasformazione.La somministrazione di testosterone bioidentico completa i suoi effetti positivi influenzando positivamente l’attivita’ di altre funzioni endocrine:ormoni tiroidei,dhea,cortisolo,ormone della crescita,sensibilita’ all’insulina vengono tutte ottimizzate,al contrario naturalmente delle funzioni di estrogeni e progesterone.
Non solo estrogeni: donna e testosterone. “Perché una donna non può essere più come un uomo?”
Ricordate questa battuta famosa del film My Fair Lady?
Quante volte abbiamo ascoltato questa e ci abbiamo riflettuto su (non significa che gli uomini siano dotati di qualità migliori o peggiori rispetto alle donne: è solo che i due sessi sono diversi).
Il cervello delle femmine e quello dei maschi, oltre a presentare caratteristiche anatomiche leggermente diverse, subisce l’azione di quantità di ormoni diverse.Gli uomini sono sottoposti maggiormente all’azione degli androgeni, mentre le donne a quella degli estrogeni.Ma questo vale solo in linea di massima.Un tempo si pensava al testosterone come un ormone tipicamente maschile ed agli estrogeni e progesterone come ormoni femminili.Anni di ricerche hanno messo in evidenza che,tutti gli ormoni sessuali sono universali ed in piccole quantita’ vengono prodotti anche dal sesso opposto.Sappiamo ad esempio che nell’uomo, piccole quantita’ di estrogeni servono ad ottimizzare le funzioni cerebrali e che gli estrogeni prodotti a partire dal testosterone a livello di altri tessuti come ossa e pareti dei vasi sanguigni,svolgono effetti benefici rispettivamente sul trofismo osseo e sulla dilatazione e l’elasticita’ delle arterie. Lo stesso, come detto,vale per il progesterone.D’altro canto anche la donna produce un po’ di testosterone (circa 20-80 volte meno dell’uomo) a partire dal dhea; nel periodo della premenopausa a livello di ovaie e dei surreni, nella postmenopausa prevalentemente in sede ovarica. Il dhea viene invece prevalentemente prodotto in entrambe le fasi, dalle surrenali.Il testosterone in piccoli quantitativi, e’ utile alla donna come tonico psico- fisico e degli appetiti sessuali, nonché per preservare il tono cutaneo, osseo e muscolare.Secondo studi recenti,un adeguato livello di testosterone svolge un effetto protettivo sul tessuto mammario(Labrie 2005-2006-2007),contrastando l’azione proliferativi degli estrogeni e sull’apparato cardiovascolare (Hofling 2006,Kaczmarek 2003).Anche nella donna, dhea e testosterone tendono ad essere prodotti sempre meno nel corso degli anni;infatti nelle donne di età compresa tra i venti e i cinquant’anni si verifica una riduzione del 50% dei livelli di testosterone (Zumoff, 1995).Questo fenomeno e’particolarmente spiccato nelle pazienti a cui e’ stato asportato l’ovaio precocemente e con funzione surrenalica non adeguata a causa dello stress cronico.La carenza di questi ormoni determina i seguenti sintomi: calo della libido,assenza di sensibilita’dei genitali e di orgasmo,secchezza ed atrofia vaginale, depressione e stanchezza costanti,sbalzi d’umore,scarso controllo dello stress,insicurezza, memoria inadeguata,scarsa concentrazione, osteoporosi, perdita di tonicita’cutanea e muscolare, secchezza della pelle,dei capelli, delle congiuntive e delle mucose, comparsa di rughe sottili in sede perioculare e sul labbro superiore,pallore cutaneo,aumento del grasso su addome,seno e cosce,perdita di peli pubici ed ascellari,vampate di calore,dolori reumatici e malattie infiammatorie croniche.Circa un decennio fa’, in occasione del sesto congresso annuale della North American Menopause Society (come riporta la rivista American Family Physician, Feb. 15, 1996, pag. 939), si è proposto di aggiungere il testosterone alla terapia sostitutiva a base di estrogeni che viene normalmente somministrata alle donne.Durante uno studio di ricerca, dodici donne assunsero per nove settimane una dose giornaliera di estrogeni (1,25 mg), mentre tredici assunsero una dose giornaliera degli stessi estrogeni in combinazione con 2,5 mg di metiltestosterone.Ambedue i trattamenti contrastarono efficacemente i sintomi fisici della menopausa, quali vampe di calore e secchezza della vagina, ma soltanto la terapia combinata fu in grado di alleviarne in modo significativo i sintomi psicologici, quali ansia e irritabilità. La terapia combinata ridusse inoltre l’insonnia e l’affaticamento.In occasione di un altro studio di ricerca condotto dal dottor Davis e dai suoi collaboratori australiani, fu notato che «la somministrazione di testosterone a donne in postmenopausa apporta benefici nella sfera della sessualità e può essere di notevole aiuto per quelle donne che, nonostante un’adeguata terapia sostitutiva a base di estrogeni, denunciano un calo permanente della libido».Da allora un numero crescente di medici, ha iniziato ad usare la terapia sostitutiva a base di testosterone anche per le donne e sono stati pubblicati molteplici studi(Elbers 1999,Davis 2000,Miller 2000-2001,Sowers 2001,Dobs 2002,Golden 2002,Rohr 2002,Goldstat2003-Simon 2008,Basson 2008).Dell’azione del testosterone possono beneficiarene tutte quelle signore in pre o in postmeopausa cui ci sia una carenza piu’ o meno manifesta di questo ormone.D’altra parte in alcune donne costituzionalmente piu’ androgine, il calo della produzione di dhea e di testosterone legato all’età, puo’ manifestrasi in modo più lento rispetto a quello di progesterone e di estrogeni,favorendo la comparsa di transitori segni di iperandrogenismo come caduta di capelli,comparsa di peluria sul viso, acne, seborrea,aumento eccessivo della libido, maggiore aggressività,aumento della massa muscolare e della sensibilita’dei genitali.A volte possono addiriturra coesistere sia alcuni sintomi di carenza di testosterone che alcuni segni di virilizzazione.
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